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Le vie della nonviolenza

Quest’anno il Circolo “Aldo Capitini” ha proposto un percorso modulare dal titolo “Le vie della nonviolenza” che si è svolto fra marzo e giugno.

Il tema è stato: “dai bastoni alle parole” come ribellarsi alla cattiva politica costruendo forme di proteste nonviolente ed efficaci.

Il primo momento è servito ad approfondire la figura di uno dei padri della nonviolenza italiana, Danilo Dolci. Grazie al contributo del “Comitato pace, convivenza e solidarietà Danilo Dolci” di Trieste e dell’associazione Libera, si è tenuta una serata con proiezioni sulla vita e sulle azioni di Dolci.

Il secondo momento è stato quello del laboratorio, dove si è cercato di trovare, partendo dall’analisi di alcune problematiche, risoluzioni nonviolente alle stesse, in un gioco di simulazione e di ruolo.

Ma il momento forse più significativo del percorso è stato il viaggio a Genova, che si è svolto fra il 31 maggio e il 2 giugno. Intanto la meta del viaggio: Genova, città simbolo di una ribellione contro il potere che si è svolta in quel luglio del 2001, quando a seguito della riunione del G8 si sono verificati episodi di violenza e la morte di un giovane dimostrante.

Poi Genova è anche la città della musica e in particolare di un grande cantautore italiano: Fabrizio De Andrè e poi anche di un simbolo della testimonianza e della vicinanza agli ultimi, don Andrea Gallo.

Il filo conduttore della tre giorni  è stato, a partire da questi personaggi, le varie forme del potere e dell’esercizio dello stesso. Abbiamo iniziato ascoltando e visitando i luoghi cantati da De Andrè nella città vecchia, per incontrare gli ultimi e per analizzare la visione che lo stesso De Andrè aveva del potere. Come lui recita nella canzone “Nella mia ora di libertà”, non ci sono poteri buoni: tutte le forme di potere hanno sempre un ché di violento.

A questa visione ne abbiamo subito associata un’altra: visitando la Comunità di San Benedetto al Porto, fondata da don Andrea Gallo, è il potere che esercita la testimonianza che sconvolge per potenza ed efficacia. La morte prematura, appena una settimana prima della nostra visita di don Gallo, ha forse reso ancora più intensa la visita e la testimonianza delle persone che con don Andrea hanno collaborato e lavorano dalla parte degli ultimi.

E per finire un fuori programma, nella poco distante Stella San Giovanni, città natale del presidente Sandro Pertini.

La visita a quella umile casa, con tutti gli oggetti carichi di storia e di momenti significativi di Pertini e dell’Italia, ci hanno fatto capire che anche il potere politico, se utilizzato al meglio, nel rispetto dei valori costituzionali e al servizio dei cittadini, è degno di rispetto e orgoglio.

Facendo, dunque, un bilancio dell’intero percorso, è indubbio che conoscere persone, esperienze, vissuti, a volte può aprire orizzonti non immaginabili, può far riflettere e costruire sentieri di motivazione e impegno dai quali ripartire, anche in momenti in cui la scelta del disimpegno può sembrare la più percorribile.

Davide Frusteri

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